Compleanno in 5 mosse per #Michelin2015

Michelin Italia 2015

Michelin Italia 2015

La mitica Rossa socializza, riflette, premia, punisce, vince. Ecco come.

1)   La Rossa Socializza e raddoppia: nel momento in cui spegne le sue prime 60 candeline, Michelin Italia 2015 si butta sul Social.  In pratica affianca alla sua sessantesima edizione su carta una nuova App, completamente gratuita e interattiva, che apre le porte a tutti i ristoranti schedati. Pronti via da venerdì 7 novembre, con facili modalità di accesso e facoltà di dire la propria con commenti e foto, registrandosi a «il mio account Michelin». Operazione marketing a tutta birra, in tempo utile per restare sulla cresta dell’onda di fronte al dilagare di argomenti food su rete e  social network.

2)   La Rossa Riflette: nessuna novità nell’olimpo dei 3 stelle che resta monopolio di 8 ristoranti, tutti confermati al vertice del mercato. E due sole promozioni da 1 a 2 stelle: Il piccolo principe di Viareggio (Lucca) del trentaquattrenne Giuseppe Mancino e la Taverna Estia di Brusciano (Napoli) del trentunenne Francesco e suo padre Armando. Morale: un anno di riflessione e di giudizi che rimangono prudenti in attesa di conferme. E di tempi più frizzanti.

Michelin 2015 nuove stelle

Michelin 2015 nuove stelle

3)   La Rossa Premia: sono 27 le nuove stelle della guida. Qualche esempio tra i neo stellati?  C’è un pocker in Campania: Mammà a Capri, il giovanissimo ristorante di Gennaro Esposito affidato alle cure dello chef Salvatore La Ragione; il relais blu a Massa Lubrense, il President di Paolo Gramaglia a Pompei e il Flauto di Pan a Ravello.

Brillano tre nuove stelle anche in Sicilia: il Cappero a Vulcano nelle Eolie, il Bavaglino a Terrasini (Palermo) e I Pupi di Tony Lo Coco a Bagheria.

Il Tino, al Lido di Ostia, ci porta al mare della capitale che si aggiudica altri due locali stellati con l’Aroma e la Stazione di Posta e balza così al primo posto tra le province con 20 ristoranti stellati.

Largo all’unica chef donna nel gruppo dei 27 locali: è Ilaria Di Marzo de Le Tre lune di Calenzano (Firenze). E a proposito di Toscana, la regione fa un figurone nella Rossa 2015 con ben sette nuovi ristoranti stellati. A Firenze il Winter Garden by Caino (vince la regia di Valeria Piccini!) e La bottega del buon caffè; a Tavernelle Val di Pesa La Torre, a Seggiano (Grosseto) il Silene e a Lucca l’imbuto di Cristiano Tomei all’interno del Museo d’arte contemporanea; oltre naturalmente al bistellato Piccolo principe.

A Milano due nuove stelle: al nuovo locale di Andrea Berton e al ristorante giapponese Iyo, indirizzo cult grazie all’arte dello chef Ichikawa Haruo  e alla regia attentissima di Claudio Liu.

Ancora un bell’esempio: quello della storica Macelleria ristorante Damini & Affini di Arzignano: la stella premia l’arte dello chef Giorgio Damini titolare con il fratello Gian Pietro del bel progetto che unisce macelleria ristorante gastronomia e bottega gourmet.

Tifo da stadio infine per Matteo Baronetto che a Torino a riportato splendore allo storico ristorante Del Cambio.

4)   La Rossa punisce: come ogni anno Michelin vuol dire anche amare lacrime. Quelle dei ristoranti che perdono la stella: riconoscimento che fa bene al cuore, ma anche al portafoglio, perché richiama clientela internazionale e giustifica prezzi più alti. Michelin 2015 dimezza la quotazione del Desco di Verona e anche del Pellicano di Porto Ercole che ha perso lo chef Antonio Guida  prossimo a entrare nella cucina del Mandarin oriental di Milano. Fuori guida anche il Rigoletto della famiglia Amato che non ha ancora riaperto il suo ristorante bistellato distrutto dal terremoto.  Niente più  stella per ben 24 locali (sette per cessata attività).  Tra questi alcuni nomi che vantavano la stella da decenni sorprendono più altri,  come, La Tenda Rossa di San Casciano Val di Pesa, Agata e Romeo a Roma, il Symposium di Cartoceto ( Pesaro Urbino). Gente in gamba che se vuole si prenderà presto la rivincita.

5)   La Rossa vince: ancora una volta la mitica guida ha fatto bingo: grande attesa, riscontro planetario, organizzazione perfetta. E poiché i progetti e le idee camminano sulle gambe degli uomini, non c’è dubbio che dietro il successo Michelin c’è anche l’ingegno, la professionalità  e lo stile di Michael Ellis, affabile e poliglotta direttore internazionale delle guide. C’è l’impegno di Sergio Lovrinovich, caporedattore della Guida Michelin Italia,  attento ai giovani talenti, alla capacità dei migliori chef di offrirsi agli appassionati, a prezzi più contenuti (almeno all’ora di pranzo), e anche e soprattutto agli umori e alle esigenze di un mercato che mai come in questi tempi di crisi cerca qualità e concretezza.  C’è il peso specifico di uno lo staff affiatato e capace che cura le comunicazioni di un gruppo internazionale che si guadagna da vivere in primo luogo costruendo gomme (senza le quali niente più Rossa!) sotto la guida del  direttore Marco Do.

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