Classifica 2015: I numeri complessivi

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Mercato

Il peso dell'export

Il consuntivo dei conti 2015, riassunto dal neonato Osservatorio del vino, dice che l’industria vitivinicola nazionale conta 310 mila aziende, pari al 21% delle imprese agricole italiane; 1 milione e 250 mila addetti di tutta la filiera, un’area operativa di 637.634 ettari vitati. E ha girato la boa dell’ultimo esercizio con un fatturato complessivo di 12,4 miliardi, pari al 9,4% del giro d’affari dell’industria agroalimentare e al 7,2% del fatturato agricolo. L’export incide sul totale per 5,39 miliardi (+5,4% sul 2014), nuovo risultato record per un settore che, secondo le stime del presidente del consiglio Matteo Renzi, dovrà raggiungere i 7,5 miliardi all’estero entro il 2020. Interessante, la fotografia dell’impegno all’export delle varie regioni che mostra il peso di ciascuna sul risultato nazionale. Come si vede il Veneto è di gran lunga la regione numero uno, sia in fatto di volumi che di valore (si concentra in questa regione la produzione di Prosecco). Seguono Piemonte e Toscana: in quest’ultima regione, che ha tante produzioni di pregio come per esempio nell’area di Montalcino, Chianti classico o Bolgheri, il peso export in valore è doppio rispetto a quello in volumi. Proporzioni inverse in Emilia Romagna culla del popolarissimo Lambrusco.

Campione in classifica

E’ questa la cornice in cui competono le 110 maggiori imprese vitivinicole protagoniste della classifica 2015. La graduatoria, basata sui risultati di bilancio delle cantine, fotografa un campione sempre più significativo: le 110 imprese sono infatti titolari di un giro di affari di 5,4 miliardi, di cui 3,1 miliardi all’export, che rappresenta il 43,7% del fatturato globale del settore, il 58,4% delle esportazioni, il 32,6% delle vendite sul mercato domestico.  In particolare le case vinicole del campione hanno chiuso l’ultimo esercizio con una crescita del fatturato complessivo del 4,4%, percentuale che sale fino al 5,7% all’export, e scende al 2,7% sulle vendite Italia, segnando comunque un’inversione di tendenza positiva rispetto al segno meno registrato lo scorso anno sul mercato interno.

I protagonisti della classifica 2015 sono 10 in più dello scorso anno. Più della metà sono aziende private a controllo familiare, ma non mancano società che fanno capo a soggetti diversi: tra queste ci sono new entry interessanti, come l’Agricola San Felice di proprietà del gruppo assicurativo Allianz e le Tenute del Cerro controllate da UnipolSai. Entrambe hanno casa in Toscana e assieme alla Genagricola delle Assicurazioni Generali, abitué della graduatoria,  formano un tris di aziende a controllo finanziario.  Un nuovo ingresso dal nord della Puglia e precisamente da Corato ai piedi di Castel del Monte nell’alta Murgia: è l’azienda vinicola Torrevento di cui è azionista di maggioranza, presidente e ad Francesco Liantonio. Non sono più presenti direttamente in graduatoria le Cantine Riondo e la Barone Montalto  rientrate nel consolidato dei rispettivi gruppi di controllo: Collis e Mondodelvino. Il campione in graduatoria si completa con 43 aziende espressione del mondo cooperativo: sette in più dello scorso anno. Privati e coop rappresentano mondi diversi, che operano e si sfidano sul territorio e sono di fatto lo specchio dell’industria nazionale del vino. Come hanno lavorato nel 2015?

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