Classifica 2015: Le lepri del mercato

< Coop  I campioni in GDO >
Nelle graduatoria dei maggiori incrementi di fatturato si mischiano coop e aziende private. Restando tra queste ultime, si notano cantine molto impegnate nella produzione e vendita del Prosecco, locomotiva di tutto il comparto delle bollicine anche nel 2015. E’ il caso di Astoria, Bisol, Bottega, Zonin, La Gioiosa, Valdo. Nell’area dei vini fermi corrono la tarantina Varvaglione, Pasqua, Feudi di San Gregorio, Fontanafredda. Cresce a galoppo non solo il fatturato ma anche il perimetro delle Tenute Piccini: l’azienda toscana di Martina e Mario Piccini, che figura anche tra i maggiori esportatori, ha infatti acquistato una nuova azienda in Sicilia di circa 115 ettari vitati sulle pendici dell’Etna. Coop a parte, export a go go per Cantine Sgarzi e per il gruppo Farnese guidato da Valentino Sciotti, che porta sul mercato più di 16 milioni di bottiglie. Uno sguardo sul fatturato Italia evidenzia crescite superiori alla media di Umani Ronchi, Marchesi Mazzei, Donnafugata, Barone Ricasoli, Bertani, Feudi di San Gregorio, Zenato, Fontanafredda, Masi.

Incremento sostenuto anche per la Genagricola, guidata da Alessandro Marchionne, holding agroalimentare delle Generali, con circa 50 milioni di fatturato di cui l’area vino (760 ettari vitati, più di 11 milioni di fatturato, più di 3 milioni di bottiglie) rappresenta circa il 35%. Articolato su 8 tenute (tra queste la Tenuta Sant’Anna in Veneto, Torre Rosazza in Friuli, Bricco dei Guazzi nel Monferrato e V8+ per il Prosecco) il polo vino di Genagricola ha allargato di recente il proprio raggio d’azione con una nuova proprietà in Valpolicella, arricchendo così il suo portafoglio prodotti. 160 anni di storia, Genagricola è la più grande azienda agricola italiana che a questo punto ha deciso di cambiare passo in tutti i suoi comparti a cominciare appunto dal vino. Non a caso, da più di un anno, Marchionne può contare sulla preziosa consulenza di Riccardo Cotarella, con l’obiettivo di puntare il timone della produzione verso la più alta qualità, valorizzando le biodiversità e le diversità territoriali che esistono in una realtà di queste dimensioni.

 

Enoitalia E infine chi porta più vino sul mercato? Vince alla grande Caviro, seguita dalle Riunite. Tra i privati rubano la scena Enoitalia, Botter, Fratelli Martini indirizzando tutto o quasi all’export. Intorno ai 70 milioni di bottiglie anche i due gruppi cooperativi Cevico e Cavit, mentre si passa a quota 50 milioni con Mondodelvino group. Subito sotto, 49 milioni, eccoci con Zonin 1821 e Mezzacorona, quindi Italian wine brands  con 45 milioni.

Tra i 30 e i 40 milioni di bottiglie si muovono Casa vinicola Caldirola, Cantina di Soave, La Vis, Casa vinicola Natale Verga. Ben 12 aziende viaggiano dai 20 ai 30 milioni, Tra queste Cielo e Terra (29 milioni), Marchesi Antinori ( 23,4) Ruffino (23,3), Castellani  e Chiarli (22), Citra vini (20).

Scendendo (si fa per dire ) da 20 a 15 milioni incrociamo Santa Margherita, la Casa Vinicola Sartori, Farnese group, Banfi, Pasqua e la Spumanti Valdo, tra i leader del Prosecco.


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