La fedeltà degli acquisti Tedeschi. Ma la Corea raddoppia. E la Russia…

Corriere Economia 18-10-2021(pdf)

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Tra i grandi Paesi importatori di vino del mondo, la Germania è prima, assieme al Regno Unito per volumi e terza per valore degli acquisti dopo Usa e Gran Bretagna. Ma c’è molto di più.

Sarà per i milioni di turisti tedeschi che ogni anno vengono in Italia per le vacanze e quando tornano a casa cercano i vini italiani che più hanno gradito. E sarà anche per la vicinanza geografica, certo è che la Germania è un mercato di esportazione imprescindibile per le cantine del Bel Paese.

Germania Corea RussiaUn focus realizzato dall’Osservatorio Vinitaly-Nomisma- WineMonitor, su questa piazza così speciale per l’Italia, ne mette in mostra pregi e difetti. Il pregio più importante: «La Germania è senza dubbio un mercato stabile», sostiene Denis Pantini, responsabile dell’ Osservatorio Monitor di Nomisma. «Magari cresce pochissimo, negli ultimi cinque anni il tasso medio di crescita dell’import a valore non ha mai superato l’1%, ma è sempre lì, non tradisce mai. Anche nei momenti più bui della pandemia, quando nel mondo gli scambi commerciali di vino sono calati di quasi il 7%, la Germania ha ridotto gli acquisti dall’estero solamente dell’ 1,2%.

Aiutata in questo dal suo sistema distributivo basato essenzialmente sulla distribuzione moderna, con un forte ruolo detenuto dai discount, punti vendita che durante i vari lockdown dell’anno passato sono sempre rimasti aperti». Il fatto che la gran parte del vino consumato dai tedeschi passi attraverso la Gdo, spiega il suo principale difetto: la Germania ha il braccino corto. I suoi prezzi medi all’import sono infatti tra i più bassi tra i Paesi importatori: «l’importatore tedesco non spende più di 3,14 euro al litro per acquistare vini fermi in bottiglia, contro i 4,3 euro della Francia e gli oltre 5 euro al litro di Usa, Giappone e Canada», conferma Pantini. La tabella in questa pagina fotografa l’andamento dell’import tedesco nei primi 7 mesi del 2021: come si vede, c’è stato un forte recupero dell’import sull’analogo periodo del 2020 e i vini italiani figurano nettamente al primo posto delle preferenze, prima dei vini francesi e spagnoli, con acquisti per 608 milioni pari a un incremento che sfiora il 10%.

In diminuzione i volumi che riguardano però essenzialmente il vino sfuso, mentre corrono i vini fermi e gli spumanti con una crescita a valore rispettivamente pari al 10,5% e al 26,7%. «La Germania è una piazza storica e familiare per il nostro export e nella top five dei principali Paesi importatori di vino italiano si conferma al secondo posto dopo gli Usa, primo mercato export del Made in Italy enologico», dice Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere, organizzatrice dell’ edizione speciale di Vinitaly in corso a Verona. «Nei primi sette mesi del 2021 le vendite in Usa e in Germania sono cresciute di circa il 10%, ma è molto interessante notare l’incremento messo a segno nello stesso periodo da altri mercati come la Corea del Sud che ha raddoppiatole sue importazioni, la Cina, l’Australia, il Brasile e la Russia».

In pratica i cinque Paesi che hanno registrato le maggiori crescite nel periodo gennaio-luglio: dal + 102,2% della Corea del sud al +30,3% della Russia (vedere tabelle).

 

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