Cantina di Soave: impegno bio

Wolfgang Raifer, Cantina di Soave

Wolfgang Raifer, Cantina di Soave

E’ una delle maggiori cantine cooperative d’Italia. Ha 120 anni di storia, conta 2mila soci e 6400 ettari di vigneti in tutte le principali denominazioni del territorio veronese: Soave, Valpolicella, Lessini Durello, Garda, Bardolino e Custoza: la Cantina di Soave affronta con un cauto ottimismo i prossimi mesi del 2021. «Registriamo una richiesta notevole di forniture», dice Wolfgang Raifer, direttore della cantina. «Ci lasciamo alle spalle un periodo difficile, fortunatamente abbiamo una struttura solida, partners fedeli, italiani ed esteri, e una struttura di vendita su tutti i canali: da quello moderno, dove raggiungiamo i volumi più significativi, fino alla mescita qualificata e all’e-commerce roccasvevashop.it». Una buona notizia è che i prezzi delle principali uve siano in risalita: «E’ molto importante per garantire reddito ai nostri viticoltori», sottolinea Raifer che ricorda i tanti  progetti a cominciare  dall’impegno nel biologico: «è una sfida iniziata qualche anno fa e in corso di implementazione: dalla vendemmia 2021 abbiamo 120 ettari certificati BIO, principalmente di Soave Classico, Soave DOC e Valpolicella DOC. Dalla vendemmia 2023 prevediamo di averne circa 200», racconta Raifer. Non solo. La grande Coop continua a investire sui marchi (senza trascurare le private label ) e sulle denominazioni che sono considerate da sempre il più grande patrimonio aziendale. Mentre per quanto riguarda i progetti a breve termine «Abbiamo in programma delle novità per quanto riguarda l’assortimento dei vini fermi destinati alla grande distribuzione, andando a porre l’accento su tipicità e territorio» aggiunge Raifer  dopo aver appena ultimato il restyling della linea Maximilian I che, per gli spumanti, è la più importante di Cantina di Soave ed è tra le prime sei, per vendite, della GDO italiana.

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