Non sarà patrimonio dell’umanità (mai dire mai…). Ma di sicuro è il figlio più illustre di quelle vigne di Zibibbo allevate ad alberello a Pantelleria, diventate patrimonio dell’Unesco per la gioia dell’Italia, della Sicilia e dell’isola. Parliamo del Ben Ryé, il figlio del vento di Donnafugata , il Passito naturale pluridecorato e grandemente amato, la cui fama ha passato da tempo i confini nazionali.
A me piace molto, lo confesso. Anche perché conosco le vigne di Zibibbo di Donnafugata a Pantelleria. I terrazzamenti e i muretti a secco che in diverse contrade dell’isola accolgono gli alberelli panteschi sollecitati dal vento, i grappoli stesi sui graticci ad appassire, la cantina gioiello. Ma non sono la sola. Ben Ryé ha dalla sua un nocciolo duro e crescente di appassionati. Ed è a loro che è dedicata l’edizione limitata e numerata del Ben Ryé 2008. Una piccola partita di 6.465 bottiglie, con etichetta particolare firmata da Giacomo Rallo, di quella magnifica vendemmia, la ventesima del Ben Ryé, messa da parte e ulteriormente affinata. La confezione studiata per questa preziosa edizione è attraente. Il vino ancora di più.
