Premio Casato Prime Donne 2014 a Sandra Savaglio

Sandra Savaglio, astrofisica

Sandra Savaglio, astrofisica

Cosa hanno in comune l’astrofisica Sandra Savaglio, l’astronauta Samantha Cristoforetti, prima donna italiana negli equipaggi dell’agenzia spaziale europea e prima in assoluto ad andare nello spazio il prossimo novembre e la scrittrice e attivista Kerry Kennedy, presidente della Fondazione per la giustizia e i diritti umani creata in memoria del padre Robert ?

E cosa unisce Maria Teresa Lanzetta ex sindaco di Monasterace nella Locride, minacciata dalla criminalità e attuale ministro degli affari regionali del governo Renzi, Linda Laura Sabbadini dirigente Istat autrice di importanti indagini sulla dilagante violenza alle donne, Carla Fendi stilista, grande imprenditrice e mecenate della cultura o ancora Josefa Idem strepitosa atleta olimpionica?

Capacità, tenacia, impegno, coraggio, certamente. Ma non solo. Come anche la virologa Ilaria Capua o la scrittrice Frances Mayes, queste signore della scienza e delle arti, dello sport e dei diritti civili, dell’impegno sociale e dell’imprenditoria sono altrettante testimoni di quell’eccellenza al femminile che impreziosisce, anno dopo anno, l’albo d’oro del Premio Casato Prime donne.

L’edizione 2014 non è da meno. Il premio, meritatissimo, va infatti all’astrofisica Sandra Savaglio: una bella testa e una valente scienziata che, dopo 23 anni di successi e riconoscimenti all’estero (tra i tanti la copertina del Time, già 10 anni fa, con il titolo emblematico How Europe lost its science stars) ha deciso di tornare in Italia, nella sua Calabria, proprio mentre tanti attorno a lei parlano di scappare via.

Savaglio crede e scommette sull’Italia con il piglio che ha caratterizzato tutta la sua interessante storia personale e professionale. Laurea in fisica con 110 e lode, dottorato all’Università della Calabria e allo European Southern Observatory, Savaglio, 47 anni e ben 160 pubblicazioni scientifiche nelle riviste più autorevoli del ramo, lascia nel 1991 la sua Marano Marchesato, piccolo centro in provincia di Cosenza, e approda con un contratto all’Università di Baltimora. L’universo è il centro dei suoi studi che si traducono presto in scoperte fondamentali per la comprensione delle galassie. A Baltimora resta a lungo, alla John Hopkins University e allo Space Telescope science institute, prima di arrivare in Germania al Max-Planck institutte di Garching, realtà che ora sta per lasciare dopo essere stata per 8 anni fellow e senior research scientist.

Se l’astrofisica è la sua passione, Savaglio non si è risparmiata in fatto di impegno civile. Nel 2006 pubblica insieme a Mario Caligiuri un libro-denuncia sul mondo della ricerca in Italia, dopo aver vissuto in prima persona vicende poco edificanti e di mal costume che spingono tuttora tanti giovani a fare le valigie in cerca di luoghi dove il valore del singolo abbia cittadinanza. In quel periodo promise di tornare in Italia se le cose fossero cambiate e ora mantiene l’impegno a seguito della “chiamata diretta” dell’Università della Calabria dove farà il professore ordinario: «ad Arcavacata c’è un dipartimento di fisica che è un gioiellino per l’università, un fiore all’occhiello per la regione e per il Paese», ha detto la Savaglio consapevole di lasciare con la Germania, un «Paese economicamente messo meglio per il finanziamento alla ricerca». Un atto di amore e di coraggio, appunto, che il premio Casato Prime Donne coglie e sottolinea.

Vero, ragionato, assegnato da una giuria che non fa sconti a nessuno e discute anche animatamente se è il caso (è composta da Francesca Cinelli Colombini che la presiede, Rosy Bindi, Anselma Dell’Olio, Anna Pesenti, Stefania Rossini, Anna Scafuri e Daniela Viglione) il premio internazionale Casato Prime Donne compie 16 anni ed è un riconoscimento diverso da tutti gli altri, che vuole sottolineare l’impegno fuori dal comune di donne che si sono distinte nel mondo del lavoro e della vita sociale nel senso più ampio del termine, rappresentando un esempio per l’universo femminile.

Donatella Cinelli Colombini jpgIl premio internazionale Casato Prime Donne porta la firma di Donatella Cinelli Colombini. Produttrice di ottimi vini a Montalcino (Casato Prime Donne) e in Val d’Orcia (Fattoria del Colle a Trequanda), due belle cantine, prime in Italia con organico esclusivamente femminile, Donatella Cinelli Colombini è anche e soprattutto un’imprenditrice dal grande intuito e capacità progettuale che al mondo del vino italiano ha dato tanto in termini di idee e iniziative vincenti. Una per tutte quel Movimento del turismo del vino che ha avvicinato come mai prima il wine lover al produttore, spingendo i vignaioli verso un diverso e più importante impegno sul fronte del marketing aziendale e dell’accoglienza in cantina e contribuendo di fatto al progresso e al successo indiscutibile del mercato vitivinicolo nazionale.

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