Una stagione di aggregazioni, caccia alle cantine (e ai brand)

Gli artioli da Il corriere della sera

Gli artioli da Il corriere della sera

Operazioni concluse, incontri dietro le quinte, pour parler: c’è fermento nel mercato del vino, mai come ora. L’ultimo affare l’ha fatto la Marchesi Frescobaldi, comprando nella sua Toscana la Tenuta Corte alla Flora nell’area del vino Nobile di Montepulciano: acquisto che potenzia la presenza della maison nella regione, dove oggi conta 1.500 ettari spalmati su nove tenute in tutte le principali denominazioni. Ma, appunto, quella di Frescobaldi è solo l’ultima delle tante mosse che stanno smuovendo il settore, determinando anche un nuovo assetto tra i più grandi operatori al vertice dell’industria vinicola nazionale.

I nuovi assetti  

A dare fuoco alle polveri è stata la sgr Clessidra. Il fondo di private equity del gruppo Pesenti in tre mesi ha messo insieme un polo vinicolo da 350 milioni di euro, comprandosi prima la veneta Casa vinicola Botter Carlo, quindi la piemontese Mondo del vino, puntando alla leadership del settore. Quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare ed ecco il botta e risposta di Iwb che conquista la veneta Enoitalia, raggiunge una stazza di oltre 400 milioni e diventa, a oggi, il maggiore gruppo vinicolo privato del mercato. Decisiva la modalità con cui si stanno realizzando pressoché tutte le operazioni 2021: quella che valorizza gli ex proprietari che entrano spesso in partita, conservando ruoli in azienda.  Se la finanza sta puntando su target di taglio industriale, il mondo della produzione non sta con le mani in mano, come dimostra l’accordo tra due eccellenze del vigneto Italia: la Marchesi Antinori ha infatti acquisito la maggioranza della Jermann, un gioiello della viticoltura friulana, con 170 ettari al servizio di bianchi d’autore, che per dimensione e per immagine è certamente la più importante cantina privata «bianchista» (per dirla con i vignaioli), da anni oggetto del desiderio di vari protagonisti del settore. Ancora: grande deal in Piemonte, dove la proprietà è frastagliata, le dimensioni medie aziendali poco superiori all’ettaro e soprattutto nessuno vuole vendere (e quando questo accade le quotazioni sono stratosferiche).  Mai dire mai: il controllo delle Cantine Coppo di Canelli (Asti), con 52 ettari di vigneti e una cantina che fa parte del circuito Cattedrali sotterranee patrimonio dell’Unesco, è passato al gruppo Dosio di La Morra (45 ettari nelle Langhe) di proprietà di Gianfranco Lanci, presidente del gruppo Lenovo, tra i manager più esperti in campo informatico. Dai computer alla pasta, stretta di mano nelle Marche tra due aziende premium: il pastificio Luciana Mosconi ha rilevato il 75% della cantina La Monacesca creata da Aldo Cifola, tra i pionieri del Verdicchio. In Sicilia Donnafugata ha appena potenziato la sua proprietà sull’Etna, acquisendo altri vigneti, mentre nelle Eolie nuovi investitori sono entrati nella Hauner di Santa Maria di Salina, cantina protagonista della rinascita del vino dolce Malvasia delle Lipari. Finito? Macchè. «In un mercato segmentato come quello del vino è inevitabile l’appeal verso processi di aggregazione: specie le aziende dai 25 milioni di fatturato in su possono fungere da capofila di iniziative e molte si stanno interrogando sulla possibilità concreta di ampliare il loro portafoglio di brand e cantine», sostiene Lorenzo Tersi, ceo di LT Wine Food Advisory, boutique di consulenza a 360°nel settore (regista della recente operazione LaMonacesca). «È anche il momento del passaggio generazionale di imprese storiche, operazione delicata che può richiedere aiuto, mentre stanno prendendo corpo poli multiregionali, con la creazione di specifiche divisioni come l’iniziativa Genagricola », spiega Tersi.

I prossimi passi

Sono in molti a scommettere su nuove operazioni entro l’anno. In particolare nel mondo della cooperazione, mai così effervescente. È attesa entro ottobre una nuova mossa della grande coop romagnola Terre Cevico, già titolare del controllo della cantina veneta Montresor. La marchigiana Terre Cortesi Moncaro ha appena acquisito la Cantina Conte Leopardi di Numana (Ancona), nel cuore del Conero, gestita fin qui dal conte Piervittorio Leopardi Dittajuti. Mentre la corazzata Caviro ha messo in vendita la Cantina di Montalcino per puntare su aziende più coerenti con il suo business. Tra i suoi obiettivi sembrava esserci anche la centenaria azienda veneta Serena wines, che però potrebbe cedere alle avances di qualche fondo che non bada a spese. Tornando sul mercato privato, riflettori puntati sulla Fratelli Martini, piemontese, tra le maggiori del mercato. Non è la prima volta che pretendenti incrociano l’azienda di Gianni Martini che forse, oggi, potrebbe accogliere con favore un partner con cui proseguire la corsa di questi anni, caratterizzati da investimenti cospicui e da un sempre più forte posizionamento nella grande distribuzione organizzata in Italia e all’estero (sulla piazza di Londra, in particolare). Interesse anche attorno alla giovane azienda abruzzese Tenuta Ulisse, e nelle Marche dove Villa Bucci è il sogno costoso di molti innamorati. In Toscana Mario Piccini, alla testa dell’omonimo gruppo, si dice pronto a fare shopping, ma nulla vieta che possa accogliere l’idea di una partnership che lo affianchi nei suoi piani di sviluppo. Nell’area di San Gimignano Ferdinando Guicciardini Strozzi ha deciso di vendere le sue vigne, dopo aver ceduto l’azienda di Bolgheri alla campana Feudi di San Gregorio di Antonio Capaldo. E quest’ultimo, a sua volta, potrebbe accogliere investitori interessati ad aziende pluriregionali come la sua. Per restare in Campania, c’è chi guarda l’Azienda agricola biologica Raffaele Palma di Maiori, con i suoi spettacolari terrazzamenti affacciati sulla costiera amalfitana. Più in generale l’obiettivodi tutti sono le belle aziende conproprietà familiari articolate, o con eredi non interessati al business, più interessanti di altre compromesse dal punto di vista finanziario e quindi bisognose di supporto. Le regole del gioco escludono conferme dai diretti interessati. Si vedrà.

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