Classifica 2020. L’anticipazione del club over 100 milioni

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Grosse novità nel club esclusivo delle cantine più grandi d’Italia, quelle con più di 100 milioni di fatturato nel 2020. A cominciare dall’ingresso a sorpresa di Clessidra sgr, società attiva nel private equity. Con una doppia mossa effettuata nei primi mesi del 2021, la società che fa capo all’Italmobiliare della famiglia Pesenti, ha acquisito il controllo di due cantine: la Casa vinicola Botter Carlo e il Mondodelvino group. Ovvero due dei big del salotto over 100: la Botter, salita sul terzo gradino del podio in chiusura dell’ultimo esercizio, è oggi la maggiore azienda vinicola privata del mercato, con un fatturato di 230 milioni. E il Mondodelvino è un gruppo eclettico giovane e rampante che ha scalato a sua volta la classifica conquistando la sedicesima posizione, con 117,5 milioni di ricavi. Ferma la collaborazione delle due famiglie Botter e Martini, che restano azioniste e continuano a ricoprire ruoli manageriali, l’operazione Clessidra determina la nascita di un grande polo vinicolo che, considerando i due brand in portafoglio, si candida a diventare tra i primi operatori privati italiani in termini di ricavi complessivi con circa 350 milioni di euro nel 2020.

(*)  La società opera prevalentemente sui mercati anglosassoni con diversi formati ed esprime  la sua produzione in milioni di litri

(*) La società opera prevalentemente sui mercati anglosassoni con diversi formati ed esprime la sua produzione in milioni di litri

«Clessidra intende valorizzare le aree di eccellenza delle due società, Mondodelvino e Botter, preservando le rispettive identità e al tempo stesso assicurando una gestione coordinata a livello di gruppo — ha precisato Francesco Colli, managing director di Clessidra —. In tale ottica il nuovo gruppo sarà guidato da Massimo Romani, attuale ad di Botter, che ricoprirà anche la carica di ad di Mondodelvino». L’ambizione di Clessidra è di formare un «leader italiano del settore».

 

famiglia Botter

famiglia Botter

 

Alessandro Mutinelli IWB

Alessandro Mutinelli IWB

Ma non è la sola a muoversi su questa direttrice: punta  alla creazione di un «campione nazionale» anche l’Italian wine brands, come ha dichiarato a L’Economia del Corriere della Sera Simone Strocchi, vicepresidente della pubblic company quotata in Borsa che sfoggia un incremento del fatturato del 29,3%, il più alto in assoluto tra i big, grazie al quale ha conquistato il 7°posto scalando ben 5 posizioni. Detto fatto, Iwb ha appena annunciato un accordo vincolante per l’acquisizione del 100% di Enoitalia, un altro big del club over 100, di proprietà dalla famiglia  Pizzolo che diventerà socia di Iwb per una quota del 15,91% attraverso la holding familiare Gruppo Pizzolo. Enoitalia è il più grande imbottigliatore d’Italia ( 111 milioni di bottiglie tra vini spumanti, Prosecco soprattutto, e vini fermi, dirette per oltre l’80% all’export) e con questa operazione Iwb cambierà stazza: già al momento rappresenta 405,1 milioni di ricavi aggregati, superando così Clessidra e perfino la corazzata cooperativa Caviro.

Marco Martini - Enrico Gobino

Marco Martini – Enrico Gobino

Si vedrà quali saranno gli effetti reali di tutti questi movimenti sulla prossima classifica 2021.

Fusioni e acquisizioni

C’è dunque movimento sul mercato, dopo il difficile 2020 e il faticoso inizio del 2021 che hanno messo a dura prova la capacità di resistenza di molte aziende. Non mancano i  segnali che preludono a ulteriori processi di consolidamento, in particolare per iniziativa di brand dalle spalle larghe, sempre pronti ad allargare il loro perimetro operativo, come Santa Margherita, Bertani Domains (proprietà del gruppo farmaceutico Angelini), gruppo Lunelli (che si è appena aggiudicata la proprietà di Cedral Tassoni marchio storico del beverage) o ancora Marchesi Antinori, maison toscana che vanta la più importante proprietà viticola italiana, potenziata di recente dall’acquisto della Jermann, brand di culto dell’enologia friulana, che porta in dote altri 170 ettari vitati.

Tornando ai conti 2020, il club over 100, che anticipa l’esclusiva classifica delle 100 maggiori aziende vitivinicole italiane, comprende 21 aziende tra le più diverse tra loro: a cominciare da griffe di pregio come Marchesi Antinori e Marchesi Frescobaldi, realtà legate alla terra, distanti anni luce dal modello operativo industriale che caratterizza Clessidra o Iwb, che producono etichette ammirate e invidiate in tutto il mondo. Ci sono tutte le più forti realtà cooperative a cominciare dalla doppietta che, ancora una volta, domina il mercato costituita da Cantine riunite e Caviro; ci sono forti gruppi privati come Santa Margherita, Ruffino, Zonin 1821 e ancora potenze industriali come Fratelli Martini e Schenk italian wineries, quest’ultima salita di due gradini in quindicesima posizione con 118 milioni di ricavi, +6,16%.

Complessivamente i 21 big rappresentano 3,9 miliardi di fatturato, 2,6 miliardi di esportazioni e 1,4 miliardi di bottiglie.

A riprova di un anno terribile, con il blocco prolungato del lavoro in un’area cruciale per il settore come quella dei ristoranti, dei bar, del catering (il  canale horeca), 11 cantine hanno girato la boa dell’anno con una flessione del giro d’affari. Hanno fatto meglio le aziende più presenti nella grande distribuzione organizzata: è il caso, in particolare delle cooperative ed è la leva che ha fatto spiccare il volo anche alla Contri Spumanti (più 13,41%) la new entry nel club che si piazza al 18mo posto con 107, 3 milioni di fatturato (lo scorso anno era a quota 23).

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