Marchesi Ginori Lisci, prima la terra poi il vino

Luigi Malenchini, ad Marchesi Ginori LisciMarchesi Ginori Lisci, prima la terra poi il vino

Doveva fare il vignaiolo Luigi Malenchini. Fin da piccolo ha scorrazzato nelle campagne nella Maremma pisana, proprio all’interno della doc Montescudaio di cui oggi è l’autorevole presidente. Poi, incoraggiato dalla sua mamma, Francesca Ginori, si è messo a studiare agraria e appena finita l’università, eccolo alla testa dell’azienda di famiglia, la Marchesi Ginori Lisci. Circa 2 mila ettari, la proprietà    circonda e fa capo al Castello Ginori di Querceto, cuore di un fascinoso borgo di origine medioevale, tra i luoghi più suggestivi della Toscana, la cui storia si intreccia da due secoli con la nobile famiglia fiorentina,  più nota nel mondo per le sue preziose porcellane (la storica manifattura di Doccia, creata nel Settecento).

La grande realtà terriera che si stende nella Val di Cecina, tra Volterra e la Costa Etrusca, alle spalle di Bolgheri, ha cambiato passo con la presidenza di Lionardo Ginori che ne è diventato proprietario, con le sorelle Maria Teresa, Paola e Francesca, negli anni Novanta.  Ginori non ha perso tempo: ha chiamato accanto a sé il nipote Luigi Malenchini, fresco di laurea, dando così il là al nuovo corso aziendale.

Ginori Lisci, Castello di Querceto (PI)Impianto di nuovi vigneti per 17 ettari (con varietà autoctone come il Sangiovese e il Vermentino, e internazionali  come il Merlot e il Cabernet Sauvignon), creazione di una moderna ed essenziale struttura produttiva, grande attenzione all’ambiente: dalla vendemmia 2013 la conversione al biologico riguarda ormai tutta la produzione. Tra i fiori all’occhiello della gestione, anche un impianto di biogas che utilizza la trasformazione di sottoprodotti delle lavorazioni agricole per la produzione di energia elettrica utilizzata dall’azienda e dal borgo, mentre le biomasse diventano, dopo i naturali processi fermentativi, concimazione per l’anno successivo.  «Noi viticoltori siamo prima di tutto agricoltori e fin dall’inizio il mio obiettivo è quello di realizzare un legame virtuoso tra l’ambiente, il suo paesaggio e l’azienda», racconta Malenchini, ad della Ginori Lisci. Sono 5 le etichette aziendali che rivelano, ciascuna a suo modo, terreni ricchi di mineralità. Il gioiellino della casa è il Castello Ginori, merlot in purezza, 5-6 mila bottiglie, vendemmia fatta a mano, doppia selezione in cantina, lungo affinamento.  Macchion del lupo e Campordigno sposano il Sangiovese rispettivamente al Cabernet e al Merlot, mentre Virgola e Bacio sono il bianco (Vermentino) e il rosato della casa (fino a settembre si possono degustare e acquistare direttamente alla Dispensa del Castello, shop@marchesiginorilisci.it) .

Cantina  e ospitalità, con il restauro di appartamenti nel Castello di Querceto (Ponteginori, Pisa, tel. 058837443) , sono le due braccia operative in cui si articola l’attività aziendale che impegna altri componenti della famiglia: Neri Guicciardini e Cristina Sannazzaro (per la parte ricettiva).

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