Unicredit – Nomisma

Con un ammontare di esportazioni pari a 2,8 miliardi, Il Veneto è la regione che manda più vino nel mondo e copre da sola il  36% del totale export vinicolo italiano nel 2023. Al secondo posto c’è il Piemonte con 1,2 miliardi e al terzo la Toscana con 1,1 miliardi. Le tre regioni al top accusano però una flessione del fatturato export rispettivamente dello 0,2%, del 5,6% e del 4%, mentre realizza una forte crescita il Friuli Venezia Giulia con un incremento dell’8,4%.

E’ uno dei tanti dati che emergono dal terzo «Osservatorio sulla competitività  delle Regioni italiane del vino» realizzata da Wine Monitor Nomisma per conto di Unicredit, uno dei gruppi bancari più attivi nei confronti dell’industria vitivinicola nazionale.

«Le esigenze delle imprese vitivinicole italiane sono in continua evoluzione, così come i mercati con cui si confrontano», sostiene Remo Taricani, Deputy Head of Italy della banca. «Proprio per questo UniCredit si è impegnata a rinnovare e irrobustire la gamma di strumenti di supporto per il settore: come il plafond da 1 miliardo di euro che abbiamo messo recentemente a disposizione con l’iniziativa «UniCredit per l’Italia» a supporto degli investimenti delle imprese agricole e agroalimentari o le numerose emissioni obbligazionarie di minibond, oltre il 20% del totale, che hanno riguardato aziende del settore food & beverage. A ciò si aggiunge il rinnovato assetto della nostra rete di consulenza specialistica, con più di 200 gestori dedicati all’agribusiness, dislocati su tutto il territorio nazionale». Un territorio che raccoglie regioni vocate al vino e altre che stanno potenziando la loro presenza in questo settore strategico del made in Italy nel mondo.

In occasione della 56ma edizione del Vinitaly (dal 14 al 17 aprile a Veroina), l’analisi realizzata da Denis Pantini, responsabile Nomisma wine monitor, offre varie sfaccettature dell’attività all’export, come la tipologia di vini esportati da cui emerge, tra l’altro, una crescita del Prosecco e di alcuni vini bianchi, un particolare siciliani e una conferma della flessione dei rossi che penalizza in modo notevole quelli veneti. Interessante la fotografia dei prezzi medi al litro che le cantine sono riuscite a realizzare all’estero nell’ultimo esercizio. Con una media di 11,8 euro al litro, vincono i vini rossi del Piemonte, seguiti da quelli toscani (9,5 euro) e veneti (6,2 euro). Se però si guarda l’incremento del prezzo medio realizzato negli ultimi 6 anni, si piazza al top la Toscana con un una crescita del 38,2%. Restando tra gli aumenti superiori al 20%, troviamo al secondo e terzo posto la Sicilia con i vini rossi e i vini bianchi. Il prezzo medio al litro spuntato nel 2023 dalle cantine siciliane è stato rispettivamente di 3,77 euro e 4,7 euro, con una crescita dei listini del 37,4% per i rossi e del 29,6% per i bianchi. Al quarto posto ecco il Piemonte con i suoi rossi il cui valore medio è salito del 27,6%.  Quinto posto per i bianchi del Trentino Alto Adige e del Friuli Venezia Giulia: l’anno scorso hanno passato la frontiera a 5,16 euro al litro realizzando un aumento del 20,8% sui prezzi del 2018.

Export a 360 gradi, ma non solo. L’indagine sulle regioni approfondisce molti altri aspetti: dall’estensione dei vigneti, all’incidenza della quota destinata alla produzione biologica, dai dati di produzione alle vendite nella grande distribuzione organizzata. Quali sono, per esempio, le regioni che vendono più vini nei supermercati? Toscana con 197 milioni di fatturato, Veneto con 181,8 milioni ed Emilia Romagna con 119 milioni occupano il podio per quanto riguarda il giro d’affari. Lo stesso tris di regioni resta in testa anche quando si parla di quantità, pur scambiandosi  le poltrone: con il Veneto che balza in vetta con 31,8 milioni di litri, seguito da Emilia Romagna (29,4) e Toscana (27,7).  E chi ha registrato la maggiore crescita in valore nel 2023? La migliore performance è della Sardegna che realizza un +12%, segue Friuli Venezia (+9%), quindi Abruzzo, Lombardia e Puglia con incrementi superiori al 6%.

Interessante scoprire qual è la regione che vende i suoi vini al supermercato al  prezzo più alto. Andando a verificare il costo medio dei vini Dop nella Gdo, quelli più costosi sono targati Trentino Alto Adige, con un prezzo di 8,5 euro al litro. Cinque regioni, Puglia, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Toscana, Veneto e Sardegna si presentano negli scaffali con prezzi medi di poco superiori a 7 euro. Le bottiglie più economiche, poco più di 4 euro, provengono da Emilia Romagna e Abruzzo.

Tra le novità dell’indagine 2024, c’è un sondaggio tra i consumatori per scoprire, per esempio, il valore che attribuiscono alle varie Dop o quali regioni apprezzano di più per la qualità dei vini prodotti. Senza entrare nelle tecniche del sondaggio e nelle caratteristiche del campione molto articolato, si può dire che le tre regioni che vengono associate a vini di maggiore valore sono Piemonte, Toscana e Veneto. A questo stesso tris regionale vengono attribuiti i migliori vini rossi, mentre ad Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Sicilia viene assegnata la produzione dei migliori vini bianchi. Ancora, secondo i consumatori,  Veneto, Toscana, Abruzzo e Piemonte sono le terre da cui provengono i migliori vini rosati fermi; al Veneto, alla Lombardia e al Trentino è invece data la leadership per quanto riguarda vini spumanti e frizzanti.

Quali sono infine le tipologie di vini più note? In funzione delle risposte spontanee emerge prima di tutto il Chianti, quindi il Barolo e il Prosecco. Lambrusco e Barbera seguono a pari merito, come pure Brunello di Montalcino e Franciacorta. A lieve distanza, ottengono un grado di notorietà analogo Sangiovese, Nero d’Avola, Falanghina, Vermentino e Primitivo di Manduria. Chiudono Amarone della Valpolicella e Montepulciano d’Abruzzo.

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