La classifica 2023

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Appius, il «bianchissimo» di Hans Terzer, festeggia 10 anni

Hans Terzer

«Appius è il vino che piace agli uomini che amano le donne con le curve», così mi disse Hans Terzer, winemaker della cantina San Michele Appiano, qualche anno fa, parlando della sua creatura adorata, l’Appius. Il vino bianco creato con l’annata 2010 che ha appena festeggiato il suo decimo compleanno con l’uscita 2019. Una super degustazione ha raccontato al meglio i primi 10 anni di Appius: il «vino da sogno» del celebre enologo altoatesino, creato con le uve di quattro vitigni a bacca bianca, Chardonnay, Pinot grigio, Pinot bianco e Sauvignon blanc, usati in proporzioni diverse e scelti personalmente da Hans puntando sui grappoli migliori di ciascuna annata. «Gioco con il nostro magnifico Pinot grigio quando ho bisogno di maggiore struttura…il Sauvignon è come il sale, mi serve per aumentare l’acidità…», ha raccontato, tra l’altro, Hans ripercorrendo i primi 10 anni di Appius, a partire da un 2010 sorprendente. (altro…)

MERCATO 2023: IL POLSO DEI CONSORZI DI TUTELA, DOVE C’E’ PIU’ BIOLOGICO

BIS Tabella Consorzi Abbasso la quantità evviva la qualità: non ci interessa il primato di primi produttori di uva al mondo. Quello che conta è la qualità, strada maestra per la creazione di valore. Detto in parole povere, è questo il mantra di Lamberto Frescobaldi, presidente dell’Unione Italiana vini e proprietario con la sua famiglia di una delle realtà più importanti del vino italiano. E’ un concetto e una strategia operativa condivisa e perseguita da tutti i principali attori del Vigneto Italia. Molti dei quali si ritrovano a Milano per la Milano wine week, primo appuntamento d’autunno del mercato del vino.

L’incontro milanese incrocia una vendemmia difficile. Stando alle stime Assoenologi-Ismea-Uiv quella che sta per concludersi sarà la vendemmia più scarsa degli ultimi 6 anni, con un calo di prodotto nell’ordine del 12% che supera il 40% in alcune regioni della dorsale adriatica. «C’è un calo produttivo che va dal 45% al 60%, a seconda delle zone», conferma Alessandro Nicodemi, presidente del Consorzio vini d’Abruzzo, uno dei più grandi d’Italia, presieduto per la prima volta da un esponente di un’azienda privata.

Se è vero che la qualità sarà comunque elevata, non è detto che il calo produttivo sia ovunque un male, dal momento che nella maggioranza delle aziende le giacenze di vino hanno raggiunto livelli di guardia. A maggior ragione di fronte al rallentamento della domanda interna ed estera con cui si stanno confrontando tutti gli operatori. L’ultimo report dell’Osservatorio Uiv sull’export, parla chiaro. Alla fine del primo semestre, c’è un segno meno sia di fronte ai  volumi (-1,4%) che ai  valori (- 0,4%); con performance ben più negative per i vini fermi (rossi in particolare) e anche per gli spumanti. Unica tipologia che marcia in controtendenza sono i vini frizzanti, (come per esempio il Lambrusco) che registrano una crescita di oltre il 4% in volume e di oltre l’11% in valore.

Questa, ad oggi,  è l’istantanea del mercato vitivinicolo 2023. Ma all’interno di questa cornice generale, qual è la situazione nelle più importanti aree viticole del Paese? Ad avere il polso del mercato sono i Consorzi di tutela delle varie tipologie di vino o denominazioni, per dirla con gli addetti ai lavori. Nella tabella sono raccolti alcuni dati dei 28 principali Consorzi: dal più grande in assoluto, il Consorzio del Prosecco Doc che svetta in cima a questa speciale classifica con 638,5 milioni di bottiglie, al più piccolo Consorzio Vini Etna Doc, area vinicola siciliana in grande spolvero, che porta sul mercato 5,8 milioni di bottiglie e vanta la maggiore superficie vitata convertita al biologico: il 60% dei 1291 ettari vitati al servizio di questa denominazione. Solo altri 5 consorzi possono vantare un’incidenza della quota lavorata secondo i principi dell’agricoltura biologica superiore al 50% : Franciacorta con il 55,6%, Chianti classico 52,5% (più un 20% in conversione), Nobile di Montepulciano 52%, Lugana Doc 50%, Brunello di Montalcino 50%. In tre salgono sopra il 40%: Abruzzo, Bolgheri e Maremma Toscana.

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Vini da investimento, ma anche, e soprattutto, da bere

«Prima di tutto è un piacere da condividere con amici. Poi è anche un vino su cui investire: questo è un plus di cui siamo molto felici». Renzo Cotarella è il ceo di Marchesi Antinori, blasonata griffe italiana del vino, presente con due grandi rossi, Tignanello e Solaia, nell’indice londinese Liv-Ex 100. La Borsa dei vini di pregio (o fine wines per dirla con gli addetti ai lavori) che monitora l’andamento delle 100 etichette più gettonate al mondo sul mercato secondario. Come il Tignanello: esce dalle cantine Antinori  a 60 euro e decolla sul mercato, con valori che oscillano tra 130-150 euro. Realizza così una delle migliori performance in questo esclusivo paniere, e resta anche alla portata di chi vuole bere il meglio e può concedersi questo e altro. Ecco a voi un vino da investimento. Come anche il mitico Sassicaia della Tenuta San Guido (l’ultima annata esce dalle cantine intorno a 120 euro e viaggia nelle enoteche sui 300 euro), o l’Ornellaia dei Marchesi Frescobaldi che moltiplica in scioltezza gli oltre 120 euro di partenza. Solo alcune indicazioni, raccolte sul campo, di etichette che figurano da sempre nella borsa del vino londinese, il cui valore dipende, ovviamente, anche dal numero di bottiglie in circolazione: meno sono più il prezzo va alle stelle. (altro…)

L’anteprima delle cantine over 100 milioni fatturato 2022

Più di 5 miliardi di fatturato totale, 3,5 miliardi di esportazioni, 1,6 milioni di bottiglie: sono i primi dati 2022 del club over 100 milioni. Ovvero delle aziende vinicole che hanno chiuso l’ultimo esercizio con incassi superiori a 100 milioni e compongono il circolo esclusivo dei big che guidano la speciale classifica delle oltre 100 cantine più grandi d’Italia (che sarà pubblicata  più avanti).

Le novità 2022? La prima è quella sulla quale molti hanno scommesso: è partita in grande stile la sfida tra Argea e Italian wine brands. I due big di taglio industriale-finanziario, che si sono imposti due anni fa al vertice del mercato, hanno entrambi l’ambizione di diventare il più importante polo vinicolo privato del Paese, il cosiddetto campione nazionale del settore. (altro…)

Industria vinicola: forza del made in Italy.

«E’ l’oro nero italiano e una ricchezza straordinaria per il Paese». E’ Il vino by Maurizio Danese, ad di Veronafiere. Che sfoggia numeri sorprendenti: l’industria vinicola nazionale vale 31,3 miliardi di euro, coinvolge 530 mila aziende con 870 mila addetti, e ha una spiccata vocazione internazionale con ricavi all’export che lo scorso anno hanno sfiorato gli 8 miliardi. Ce n’è abbastanza perché il vino salti in testa alla classifica relativa alla bilancia commerciale dei prodotti made in Italy, facendo meglio di ben 40 settori rappresentativi delle cosiddette 4A del made in Italy ( Abbigliamento, Alimentare, Arredamento e Automazione), dalla moda, alla meccanica strumentale o alla gioielleria per portare qualche esempio concreto. (altro…)

Agri4Index Unicredit-Nomisma Wine Monitor- Vinitaly: premiate 8 cantine

Umani Ronchi nelle Marche, Cantine Spinelli in Abruzzo, Feudi di San Gregorio in Campania, Ricci Curbastro e figli in Lombardia, GD Vajra in Piemonte, Planeta in Sicilia e Masi agricola nel Veneto: ecco le magnifiche sette cantine vincitrici dell’Unicredit Wine Award. A queste se ne aggiunge un’ottava: la coop trentina Cavit.  A lei è stato assegnato il premio speciale dedicato alle innovazioni tecnologiche legate alla filiera, che riguarda nel suo caso il progetto Pica, acronimo di Piattaforma Integrata Cartografica Agriviticola, avanzata piattaforma tecnologica per l’implementazione di una viticoltura di precisione, intelligente ed eco-sostenibile.

Cosa sono questi premi? (altro…)

Vini rossi: corrono i migliori

Sulla carta fanno peggio di tutti. L’export dei vini rossi è calato lo scorso anno del 4,3% , surclassati da bollicine, vini bianchi e rosati. Attenzione però. Questo andazzo non riguarda tutti i vini rossi, ma solo quelli a  basso prezzo, più anonimi,  senza personalità. A quanto pare il mercato è stanco di questa tipologia a buon mercato, ma poco interessante, lontana dal gusto più moderno e attento alla qualità. (altro…)

Gdo Italia 2022: bene solo bollicine low cost

A furia di ripetere ai consumatori che lo spumante non è solo il vino della festa, le bollicine hanno fatto bingo, conquistando la tavola degli italiani. Per la verità non tutti i tipi di spumanti, ma solo quelli a basso costo, con un prezzo medio di 4,4 euro al litro. Stando all’analisi dell’Osservatorio Uiv-Ismea sulle vendite di vino nella grande distribuzione organizzata nel 2022, è questa l’unica tipologia in crescita rispetto al 2021. La categoria degli spumanti Charmat diversi dal Prosecco (34 milioni di bottiglie vendute nel 2022) ha registrato un incremento in volume del 13% (sale al 22% nei discount) a fronte di un calo generale che supera il 6% in volume e il 2% in valore (con perdite superiori alla media per
i vini fermi).
Se vincono allo scaffale, le bollicine di tutti i tipi perdono terreno nell’e-commerce che, dopo l’ exploit del + 250% raggiunto durante i lockdown, ha chiuso il 2022 con una flessione del 15% nei volumi e del 23% in valore, dovuto anche ad una diminuzione dei listini, in media del 9,5%. Stando al campione Nielsen, lo scorso anno sono state vendute on line 10,2 milioni di bottiglie (da 0,75/litri), pari a un incasso di circa 52 milioni di euro.

Vino, la via dell’export. Un 2023 di investimenti

L'articolo dal Corriere della sera,  L'economia del 06.02.2023

L’articolo dal Corriere della sera, L’economia del 06.02.2023

Usa, UK e Germania: nel 2022 in calo le vendite di vino italiano nella Gdo

Veronafiere potenzia del 40% gli investimenti in promozione

Poco da stare allegri. In Usa, Gran Bretagna e Germania, ovvero nei tre principali mercati di sbocco delle esportazioni di vino italiano, lo scorso anno le vendite nella grande distribuzione organizzata e nel retail hanno registrato un pesante segno meno. Secondo i dati NielsenIQ, elaborati dall’Osservatorio del Vino Uiv-Vinitaly, in totale nel 2022 sono stati venduti 4,9 milioni di ettolitri di vino, equivalenti a un calo del 9% rispetto al 2021, per un controvalore di 4,7 miliardi di euro pari a una flessione del 5% sul precedente esercizio.
Come si può vedere nella tabella, la caduta delle vendite non risparmia nessuno e riguarda sia i vini fermi, rossi, bianchi e rosati, sia gli spumanti. Le bollicine si salvano solo negli Usa dove si registra una lievissima flessione nei volumi (1%) compensata da un incremento del 4% in valore. La positiva performance negli Stati Uniti non salva però il risultato finale: sul fronte spumanti il totale dei tre mercati segna un meno 9% in volume, e un meno 4% in valore, per colpa in particolare dei decrementi a due cifre di UK e Germania. Scendono del 9% in volume e del 6% in valore anche le vendite dei vini fermi (3,5 milioni di ettolitri per 2,9 miliardi) , complice, anche in questo caso il pesante andamento di UK e Germania. (altro…)

Mercato vino 2022: al rush finale

Battute finali di un anno in chiaroscuro per il mondo del vino. Iniziato con il botto, si è andato complicando per colpa in particolare di un aumento indiscriminato delle materie prime: l’ultimo grido di allarme è di questi giorni, con l’Unione italiana vini che denuncia il quarto incremento del prezzo del vetro in 12 mesi, con il costo delle bottiglie che sale del 76%. E nonostante la vendemmia con i fiocchi, l’ export che tira, e il boom del turismo che ha favorito una ripresa brillante di tutto il comparto della ristorazione (un canale principe del vino), è realistico ipotizzare che il 2022 si chiuderà con una riduzione dei margini per il settore, nonostante il generale aumento dei prezzi dei listini realizzato dalla maggioranza delle aziende.

Vendite GDO nov22 (altro…)

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